Ieri neve. Questa mattina un sole splendido, cielo limpido e temperatura di due gradi sopra lo zero, fanno da contesto alla consueta pescatina del weekend. Proviamo sul naviglio Pavese, in uno dei tratti che frequentavo quest’estate. L’acqua è limpidissima e piuttosto bassa e la presenza dei pesci è discontinua. Ci sono alcuni tratti deserti ed altri fitti di pesce imbrancato. Nessuna attività superficiale.
Per la prima volta affronto il naviglio, la mia scuola di pesca a mosca, con la canna fissa.

Non è per nulla facile ingannare i pinnuti, sono molto timorosi ed al minimo movimento sospetto se la filano. Certo le condizioni non sono le migliori per questa pesca. Temperatura, livello e trasparenza dell’acqua, non agevolano.
Pescare a monte sotto sponda, tecnica che nel tempo si è rivelata valida anche all’inglese durante le uscite degli scorsi anni, è l’unico modo per fregare i tre pesci presenti nel paniere virtuale a fine sessione.
Inizio a pescare con la moschetta infallibile della settimana scorsa, che inganna solo la scardola. Poi decido di mettere qualcosa di più grosso, una sommersa scura sull’amo del 10 con le hackles di germano, che sembra suscitare un po’ più di curiosità.

Vedere la mangiata e ferrare prontamente può essere un fattore determinante per scongiurare il cappotto, vista la sospettosità dei pesci.

Un naviglio pavese in forma, pieno di pesce e finalmente senza la schiumetta estiva. Non credo che avrei fatto più pesci con la canna da mosca e devo dire che non è poi così limitante pescare con al fissa nel naviglio.
Alla prossima.