Io: “Mi hanno detto che lei pesca alla Valsesiana”.
Bruno: “eh si, da una cinquantina d’anni”.
Bruno Cordero, torinese, alla soglia degli ottant’anni, morettiano d.o.c., campione di pesca nei primi anni ’70, già tra i protagonisti dell’incontro tenutosi l’anno scorso a Varallo organizzato da Andrea Scalvini, è una persona molto piacevole ed un grande pescatore.
Ho avuto il piacere di passare la domenica della chiusura 2012, sul Brembo, insieme a lui e all’amico Marco Biava, suo allievo. Come tutti i bravi pescatori che ho avuto il piacere di conoscere quest’anno, è persona molto umile e molto semplice.
Mi ha colpito da subito la sua attrezzatura da pesca:
La “bacchetta magica” della Milo, modificata a seguito di rottura accidentale.
Una coda in pvc per la pesca a mosca inglese, credo del #4 o del #3, con un finale di crine intrecciato.
Trenino valsesiano.
Guadino ricavato da un retino (acchiappa farfalle?!?!) per bambini. Un tamo in piena regola, per dirla coi tenkaristi.

Appena scendiamo dalla macchina per la vestizione mi chiede di fargli vedere le canne da tenkara. Con me avevo la Iwana 12′ armata con la coda più lunga del mio arsenale: sei metri di fluoro carbon dello 0.33.
Al primo lancio stende tutta la coda come se lo facesse da anni. E continua e ride tutto soddisfatto. Rimango di sasso. In quel preciso istante capisco che di fronte a me c’è un grande. I lettori tenkaristi credo che possano comprendere la mia reazione.
Durante la giornata, che ci regala lunghe pause vista la scarsa collaborazione dei pesci, provo, come di consueto, a rubare qualche segreto al maestro. Purtroppo per me, ancora una volta, non ci sono segreti.
“Avere il tempo di andare sul fiume”. Questo si, perché la pesca valsesiana ha i suoi tempi. Il resto, la canna, la coda, le piume, sono meno importanti.
Una giornata che non dimenticherò, grazie Bruno, grazie Marco.
Cosa dire, sei grande MUC ………………….
Sempre un piacere leggerti ….grande Muc !!